ESPOSTO IN MUNICIPIO “ULTIMO ATTO” GRANDE DIPINTO DI SERGIO ALBANO
“Ultimo atto” è il titolo del grande dipinto – olio su tavola, tre metri per due, realizzato tra il 1991 e il 1992 - del pittore grugliaschese Sergio Albano (1939 – 2008) che per concessione della moglie dell'artista, Carla Bronzino e dei figli Francesco e Jacopo, è esposta in modo permanente in municipio, nell'ufficio del sindaco.
L'opera raffigura una composizione di personaggi che si rifanno agli attori di un dramma, a testimonianza del fascino che il teatro ed il cinema hanno esercitato su Sergio Albano. L'atmosfera irreale è potenziata dall'indifferenza di un gruppo di persone nei confronti della ragazza presa in ostaggio, con lo sguardo assente, come immobilizzata in una riflessione metafisica. La presenza di un gatto spaventato dal balzo di un cane fa da contrappunto al senso generale d'immobilità. Sergio Albano ha vissuto e operato molti anni a Grugliasco, dove risiedono tuttora la moglie con i figli. Artista di rilevanza nazionale ed internazionale ha lasciato un segno peculiare nella storia dell'arte figurativa contemporanea.
“Se avesse saputo – dice l'assessore alla Cultura della Città di Grugliasco, Pierpaolo Binda - che un suo quadro di grandi proporzioni avrebbe trovato collocazione nel municipio della sua città probabilmente Sergio Albano non lo avrebbe titolato “Ultimo Atto”. O forse sì perchè certamente sapeva che tra le molteplici funzioni dell'arte compare anche quella di allontanarci dal quotidiano a favore di un mondo di allusioni e di illusioni talvolta ironiche. Quindi spazio al potenziale giocoso di quel titolo in quel luogo, ma spazio anche alla grande scena di un teatro metafisico dove tutto si svolge nello stesso momento e nello stesso luogo. Niente di più illusorio quindi perchè tutti sappiamo che la vita, o il suo racconto, ha bisogno di tempi e di luoghi diversi. Così se nell'ultimo atto del romanzo poliziesco tutto si scopre, nell'ultimo atto di Albano tutto si manifesta ma niente si disvela, così come nei sogni che raccontano ma confondono. Un quadro enigma dunque, come oniricamente enigmatiche sono le forme di cui è composto, che rimandano alle linee dritte del cubismo ma che qui tendono all'infinito, quasi a descrivere, come è stato detto, una specie di geometrica utopia”.
“Molto bello – afferma il sindaco Roberto Montà - che il nostro Comune conservi un'opera di un nostro concittadino che, ispirato dalle dirompenti novità delle avanguardie artistiche del 900, ha saputo esprimere una sua personalissima e suggestiva visione della figurazione pittorica. A nome di tutti i grugliaschesi ringraziamo la famiglia Albano per questo gesto”.
“Vorremmo esprimere la nostra soddisfazione per la concessione in comodato dell'opera "Ultimo Atto" – hanno detto i figli e la moglie di Sergio Albano -, ringraziando il Sindaco e l'amministrazione per la disponibilità a realizzare questa nostra richiesta. Uno dei più grandi desideri di Sergio è sempre stato quello di andare oltre le gallerie d'arte per rendere fruibile le sue opere al pubblico e, finalmente, si è presentata l'occasione.
Percorrendo una vita prodiga di opere è certamente difficile scegliere, ma quando si tratta di esporre a Grugliasco, paese particolarmente amato dal maestro e che in molte occasioni gli ha permesso di esporre, la scelta è caduta sul dipinto su tavola più grande mai realizzato. Ci auguriamo che possa essere apprezzato da tutti i grugliaschesi, come nostro segno di stima per questa bella città”.
Nella 1ª foto (di gruppo) da sinistra: Carla Bronzino, l'assessore alla Cultura Pierpaolo Binda, il sindaco Roberto Montà, Francesco e Jacopo Albano.
Foto di Aleksandar Pizzul
Mio commento all'opera:
L'opera di Sergio Albano intitolata Epilogo / Ultimo Atto misura 300 x 200 cm, ed è un olio su tavola realizzato nel tardo 1992 e presentato per la prima volta alla Galleria Fogliato di Torino nel corso di un'importante personale. Nel 2003 è ospitato a Villa Boriglione, a Grugliasco in occasione della sua riapertura al pubblico. Per la singolarità del soggetto e la tensione drammatica di grande impatto, ha suscitato entusiasmo unanime. Nel 2006 è esposta al Centro Giraudi Arte e Spettacolo di Asti, in quella occasione l'amico pittore Enrico Colombotto Rosso ne rimane entusiasta a tal punto da proporla al critico Vittorio Sgarbi, affinché fosse inserita nella mostra intitolata "Il MALE, Esercizi di Pittura Crudele".
Questa scena è uno splendido esempio di quanto Sergio Albano subisse il fascino del teatro e del cinema, e di quanto ricorresse alla rappresentazione di figure umane dall'animo imperscrutabile. Per Ultimo Atto ebbe l'idea di raffigurare una composizione di personaggi, posti al culmine di una scena madre, in grado di colpire per il suo ritmo compositivo e per la tensione emotiva trasfigurata: i personaggi, che si rifanno agli attori di un dramma, restano attoniti, inconsapevoli, estatici. Il tempo scaduto è un deux ex machina un po' ironico, che si concede di rubare la scena decontestualizzando la reazione dei più. Fra tutte, la più emblematica sembra essere la ragazza presa in ostaggio, dallo sguardo assente, come immobilizzata in una sorta di metafisica riflessione. L'irreale atmosfera è potenziata dalla scellerata indifferenza di un gruppo di persone, al di là di una quinta monolitica, ma la presenza di un gatto realmente spaventato dal balzo improvviso di un cane fa da contrappunto al senso generale d'immobilità, lasciando intuire che si tratti di un enigma senza soluzione. Il pittore ha dipinto una realtà onirica, sospesa, trasognata, dando rilievo all'impossibilità della sua conclusione, piuttosto che suggerircela. Per lo spettatore, la realizzazione di questa drammaticità si trasforma nella proiezione di un thriller, o nella rappresentazione di uno spettacolo teatrale, di cui ci siamo persi l'inizio e non vedremo mai la fine. Per l'autore, la possibilità di viverla e superarla, di partecipare alla vita.
Nessun commento:
Posta un commento