il padre Mario Albano
Sergio Albano ha realizzato molti scatti fotografici nel corso della sua attività pittorica, non solo per fissare soggetti pittoricamente interessanti, spunti o idee, ma anche per ritrarre momenti, il mondo degli affetti quotidiani, paesaggi e atmosfere che egli ha trasfigurato nella dimensione delle sue straordinarie rappresentazioni pittoriche. Soprattutto in quelle caratteristiche della seconda metà degli anni Sessanta.
Gli scatti di Albano contemplano le architetture, gli animali, la figura umana. L'immagine del padre Mario Albano (1896-1968) nella penombra, la sorella Alba anche lei pittrice in compagnia della madre Caterina Vittonetto durante un soggiorno estivo al Colle S. Giovanni a Viù (TO), luoghi di montagna visitati durante le numerose escursioni (presente il cugino Elio Vittonetto, pittore della vecchia Torino industriale, che ha esposto recentemente al MRSN) un angolo dell'appartamento di via Bonfante avvoltolato di drappi (soggetto di un quadro), e poi uno scorcio solitario di piazza Arbarello, lo studio di via Perrone immerso in una fredda penombra, paesaggi di pianura e di montagna, i viaggi in mezza Europa.
a destra lo studio di via Perrone 4 a Torino
Immagini e atmosfere contemplative collocate in una regione del subconscio solitaria e remota, nella quale il significato del suo pensiero è potentemente presente, mescolato alla propria percezione del mondo reale, in un ritratto anch'esso comunicativo. Proprio come le sue opere.
Lo scandire di una ricerca onirica e il desiderio di ritrarre la bellezza antica della vita, ma anche riflessioni esistenziali, echi di una esistenza legata alla natura, luoghi sperduti, oggetti, un vaso colmo di fiori a guisa della delicatezza dell'animo umano, le stagioni, i volti di amici e familiari, gli adorati animali.
La madre del pittore e la sorella Alba
L'importanza di queste e di altre immagini che pubblicheremo, risiede nella motivazione che spinge l'essere umano a diventare artista: la passione, che deriva dall'attrito prodotto fra un nostro ideale di vita auspicato e la constatazione di quella reale, quotidiana. Calderone di emozioni che ribolle fuori controllo e sublima in un sentimento, studiato in antichità dai filosofi. Ci si rende immediatamente conto che esso ha qualcosa di sacro, di dolorosamente bello, quanto un'emozione primigenia. Di quando, ad esempio, da infanti, si sperimenta la caduta di un oggetto sfuggito di mano, realizzando per la prima volta di non essere un tutt'uno con il mondo circostante.
Il soggetto per un quadro
Dunque, se la passione è per l'artista un sentire in contrasto con l'anima, l'arte del saper osservare dentro se stessi distingue l'artista "emotivo" da quello tipicamente autocompiacente ovvero da quello "analitico" e "calcolatore" nell'ambito delle proprie decisioni, soprattutto perchè l'artista emotivo metabolizza le emozioni, anche sulla scorta di altri stili e linguaggi, risultando sorprendetemente attento ed equilibrato, perfezionista, indiscutibilmente onesto e profondo. Come una preghiera.
piazza Arbarello a Torino
Non si tratta di un ricordo documentale relativo a un periodo di grande potenziale creativo, bensì una testimonianza che squarcia il velo di oblio e mostra l'interesse di Albano rivolto anche verso altre forme d'arte, come d'altronde lo era per la musica, il cinema e il teatro. Una passione per la fotografia mantenuta anche nei decenni successivi, ma con mezzi molto meno "professionali". Si tratta nella fattispecie di diapositive 35 mm, ora digitalizzate e restaurate (si spera in una pubblicazione, a compendio di una monografia) scattate verso la fine degli anni '60, per lo più con una vecchia e indistruttibile Zenit, una reflex sovietica completamente manuale e di non facile utilizzo.
Un cortile innevato e una casa di montagna
E' inutile che sottolinei l'importanza di queste immagini, destinate in realtà a non essere mai esposte in una mostra, per chiunque volesse provare a capire ulteriori sfaccettature dell'universo discreto e profondamente poetico del pittore. Tralascio chiaramente di evidenziare l'interesse per questo post da parte degli appassionati dell'arte di Sergio Albano. Naturalmente, quanto qui sopra pubblicato è solo una piccola parte dell'archivio fotografico di famiglia. In futuro vi mostreremo altre selezioni di immagini.
la pittrice Alba Albano
Gli scatti di Albano contemplano le architetture, gli animali, la figura umana. L'immagine del padre Mario Albano (1896-1968) nella penombra, la sorella Alba anche lei pittrice in compagnia della madre Caterina Vittonetto durante un soggiorno estivo al Colle S. Giovanni a Viù (TO), luoghi di montagna visitati durante le numerose escursioni (presente il cugino Elio Vittonetto, pittore della vecchia Torino industriale, che ha esposto recentemente al MRSN) un angolo dell'appartamento di via Bonfante avvoltolato di drappi (soggetto di un quadro), e poi uno scorcio solitario di piazza Arbarello, lo studio di via Perrone immerso in una fredda penombra, paesaggi di pianura e di montagna, i viaggi in mezza Europa.
a destra lo studio di via Perrone 4 a Torino
Immagini e atmosfere contemplative collocate in una regione del subconscio solitaria e remota, nella quale il significato del suo pensiero è potentemente presente, mescolato alla propria percezione del mondo reale, in un ritratto anch'esso comunicativo. Proprio come le sue opere.
Lo scandire di una ricerca onirica e il desiderio di ritrarre la bellezza antica della vita, ma anche riflessioni esistenziali, echi di una esistenza legata alla natura, luoghi sperduti, oggetti, un vaso colmo di fiori a guisa della delicatezza dell'animo umano, le stagioni, i volti di amici e familiari, gli adorati animali.
La madre del pittore e la sorella AlbaIl soggetto per un quadro
Dunque, se la passione è per l'artista un sentire in contrasto con l'anima, l'arte del saper osservare dentro se stessi distingue l'artista "emotivo" da quello tipicamente autocompiacente ovvero da quello "analitico" e "calcolatore" nell'ambito delle proprie decisioni, soprattutto perchè l'artista emotivo metabolizza le emozioni, anche sulla scorta di altri stili e linguaggi, risultando sorprendetemente attento ed equilibrato, perfezionista, indiscutibilmente onesto e profondo. Come una preghiera.
piazza Arbarello a Torino
Non si tratta di un ricordo documentale relativo a un periodo di grande potenziale creativo, bensì una testimonianza che squarcia il velo di oblio e mostra l'interesse di Albano rivolto anche verso altre forme d'arte, come d'altronde lo era per la musica, il cinema e il teatro. Una passione per la fotografia mantenuta anche nei decenni successivi, ma con mezzi molto meno "professionali". Si tratta nella fattispecie di diapositive 35 mm, ora digitalizzate e restaurate (si spera in una pubblicazione, a compendio di una monografia) scattate verso la fine degli anni '60, per lo più con una vecchia e indistruttibile Zenit, una reflex sovietica completamente manuale e di non facile utilizzo.
Un cortile innevato e una casa di montagnaE' inutile che sottolinei l'importanza di queste immagini, destinate in realtà a non essere mai esposte in una mostra, per chiunque volesse provare a capire ulteriori sfaccettature dell'universo discreto e profondamente poetico del pittore. Tralascio chiaramente di evidenziare l'interesse per questo post da parte degli appassionati dell'arte di Sergio Albano. Naturalmente, quanto qui sopra pubblicato è solo una piccola parte dell'archivio fotografico di famiglia. In futuro vi mostreremo altre selezioni di immagini.
la pittrice Alba Albano
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