Marina and other women

Marina - oil on panel,  40 x 50 cm - 1984
Marina is one of the most famous masterpieces of Sergio Albano. He consecrates his pictorial account about the woman, because, from a studio in several stages of the human figure, Sergio has instilled into the woman figure a special breath of life, consolidating it permanently, since the second half of the Seventies, (see two works, for example Portrait of Cynthia, Winter dream). Initially the women of Albano appear in all their motionless beauty, disturbing and severe, characterized by a rigid restrained sensuality (see the beautiful portraits of Persephone and Thais). Towards the Eighties, the sensuality manifests itself in different, more dynamic, more free to emerge, in constant equilibrium with the icy beauty of the subjects.
Elisabeth's dream - oil on panel, 50 x 40 cm, 1984
A sensuality stretched between a  interplay of light and mysterious shadows that fades in poem. A sensual erotic, but a kind of eroticism it owes its charm to a shameless theatricality and expressive.
The inability to show something completely defined in the charm of these women, exerts a special influence on the emotivity of the spectator. Marina reveals qualities that blend into one another: only the magic touch of Albano can idealize this union of opposite principles, so that those who perceive it are able to capture these contradictory facets.
That's the beautiful Marina, very adorable in her sailor blouse from, appears to be absorbed in thoughts that communicate indecipherable feelings of love and hate, attraction and repulsion at once, giving the opportunity to see many things. The same can be said of other portraits of the same year, like Elizabeth's dream, perhaps enchanted by the thought of a love known ahead of time, but as in the culture of the Renaissance, which in the portraits shows several symbolic objects and animals, she is accompanied by a blackbird (an "totemic" animal for Albano) wich for the artist symbolizes an hymn to life.
To repeat with the same subject it was certainly an appreciation of it by the public, so it is for Rossana, who appears in at least two paintings, a woman with eyes of ice, superhuman, dare I say, completely absorbed by an unknown voltage, made manifest by his nervous fidgeting with the scarf. And who can forget the reassuring face of Sveva, white as a partridge, which may embody the fickleness of that Sasha, the Russian ambassador's daughter, who during the great frost leaves Orlando to get away with a sailor, as described in the novel by Virginia Woolf.
Like many others, Marina is a woman who in reality does not exist, and does not allude to any particular one. Seldom Sergio Albano executed portraits from models in the flesh, but when someone posed for him the end result was still very different, the result of a deep "metabolism" of an artistic interpretation. There is an interesting anecdote about Marina. One day in the atelier of Perrone 4 street in Turin the phone rang, and answered Albano. On the other side of the handset a very familiar voice said: it was the painter Lorenzo Alessandri, who, struck by the beauty of the subject (exposed for the first time the gallery La Fornace of Asti), had decided to call his friend to know the address of the woman who had posed for the portrait. Sergio Albano replied, laughing, that he was sorry, but Marina was all his own invention!


Sveva - oil on panel, 25 x 30 cm - 1986
Marina è uno fra i più noti capolavori del Maestro Sergio Albano. Consacra la propria considerazione pittorica della donna, poiché, a partire da uno studio a più tappe della figura umana, a quella femminile Sergio ha saputo infondere uno speciale alito di vita, consolidandola definitivamente, a partire dalla seconda metà degli anni Settanta, in magnifici ritratti (vedi Ritratto di Cinzia, Sogno d'inverno). Inizialmente le donne di Albano appaiono in tutta la loro immota bellezza, severe e inquietanti, connotate da una rigida sensualità trattenuta (vedi i bellissimi ritratti di Persefone e Taide). Verso gli anni Ottanta, la sensualità si manifesta in modo differente, più dinamica, più libera di emergere, in costante equilibrio con la glaciale bellezza dei soggetti. Una sensualità tesa fra un gioco di luci e ombre misteriose che trascolora in una poesia da osservare con calma. Una sensualità a volte erotica, ma di un erotismo che deve il suo fascino ad una teatralità impudica ed emblematica.
L'impossibilità di evidenziare qualcosa di compiutamente definito nel fascino di queste donne, esercita sul fruitore dell'opera una particolare influenza emotiva. Marina rivela qualità che si fondono l'una nell'altra: solo il magico tocco del Maestro Albano riesce a idealizzare questa unione di principi opposti, facendo in modo che chi la percepisce intraveda sfaccettature contrastanti. Ecco che la bellissima Marina, particolarmente adorabile nella sua blusa da marinaretta, appare come assorta in pensieri indecifrabili che comunicano a un tempo sentimenti di odio e amore, repulsione e attrazione, dando la possibilità di intravedere molte cose. Lo stesso si può dire di altri ritratti: dello stesso anno è Il sogno di Elisabetta, incantata forse dal pensiero di un amore conosciuto anzitempo, ma ripensando a quella cultura del Rinascimento, che nei ritratti fa apparire oggetti e animali simbolici, ella è in compagnia di un merlo, che per Albano è animale totemico e simboleggia un inno alla vita. Dietro la riproposta del medesimo soggetto c'è sicuramente l'apprezzamento dello stesso da parte del pubblico; così avviene per Rossana, che appare in almeno due dipinti, una donna dagli occhi di ghiaccio, sovrumani oserei dire, completamente assorbita da una tensione ignota, resa manifesta dal suo giocherellare nervoso con il foulard. E come dimenticare il rassicurante viso di Sveva, bianca come una pernice, che potrebbe incarnare la volubilità di quella Sasha descritta nell'Orlando di Virginia Woolf, figlia dell'ambasciatore russo, che durante il grande gelo abbandona il sensibile e giovane nobile inglese, per fuggire con un rude marinaio.
Come in molti altri soggetti del Maestro, Marina è una donna che nella realtà non esiste. Di rado il Maestro Sergio Albano eseguiva ritratti a partire da modelle in carne ed ossa, e se ritraeva qualcuno il risultato finale era comunque molto diverso, frutto di una profonda "metabolizzazione" e interpretazione artistica. Esiste una aneddoto interessante circa Marina. Un giorno il telefono dello studio di via Perrone 4, a Torino, squillò ed Albano rispose. Dall'altro lato della cornetta proferì una voce assai familiare: era il pittore Lorenzo Alessandri il quale, colpito dalla bellezza del soggetto (esposto per la prima volta alla galleria La Fornace di Asti), aveva deciso di contattare l'amico per sapere l'indirizzo di colei che aveva posato per il ritratto. Sergio Albano rispose, ridendo, che gli dispiaceva, ma Marina era tutta di sua invenzione!


Bibliografia essenziale (per Marina):

  • Numero monografico delle "Pubbliche relazioni", Scuola di Giornalismo,  "Sezione aurea: Segni, Forme, Colori" - 1984
  • Catalogo mostra personale Galleria La Fornace, Asti 1984
  • Istituto Geografico De Agostini, volume I fascicolo 66/6, 1985
  • Il Corriere (di Rivoli, Collegno, Grugliasco) "Quando la pittura è una passione familiare", Reana Romano, giovedì 12 aprile 2001
  • Catalogo mostra antologica "Realtà di sogno", Marida Faussone, 2006
  • Il Giornale del Piemonte "Le geometrie misteriose del metafisico Sergio Albano", Giorgio Barberis, 16 aprile 2008
  • Corriere dell'arte "La metafisica di ritorno di Sergio Albano", Giorgio Barberis, 25 aprile 2008

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