A metà degli anni '60, Sergio Albano fu invitato dal celebre imprenditore Marco Levi per la realizzazione di una serie di opere disegnate su ceramica. A Mondovì, presso l'azienda "Vedova Besio & Figli" condotta dal Levi, disegnò su circa 12 piatti (uno di questi, riprodotto qui sopra, raffigura il Ponte del Diavolo in Val di Lanzo). Com'è noto, la ceramica maiolica è marna cotta sotto i 1000°C e non oltre, perchè oltre i 1200°C si parla già porcellana che è un'altra cosa (vale a dire una ceramica particolare di caolino misto ad altre terre più tenere); il "biscotto" ottenuto dopo la prima cottura è dipinto quindi immerso in un bagno di vernice, detta cristallina, e infine cotto nuovamente. Nella fattispecie, dopo la prima cottura, si ottiene un oggetto poroso che va dipinto con colori da ceramica e, nel caso di mio padre, fu usato unicamente il nero per tutti quanti i piatti. Ed è in questo step che Sergio li incideva, graffiandoli con un pennino (aveva scartato da subito strumenti cone lamette e altro, perché mal si adattavano al suo utilizzo): ciò che veniva inciso era materiale asportato e perciò il solco diventava bianco, vale a dire il bianco del piatto al di sotto della smaltatura scura. Al termine si ricopriva il disegno con la cristallina e si ricuoceva il piatto alla stessa temperatura. Nel soggiorno a Mondovì Sergio lavorò ai piatti per quattro-cinque giorni, ospitato in una bella casa rurale di proprietà di Marco Levi.
I 12 piatti furono esposti insieme ad altre 27 opere, tra oli, tempere e disegni a china, a Chieri, in via Vittorio Emanuele 62, nella sede delle "Cronache Chieresi" - settimanale fondato nel 1965 - adibita anche a galleria d'arte (ospitò mostre di vari artisti, fra cui Adriano Tuninetto, Sandro Lobalzo, Giuseppe Garimoldi e tanti altri). Ricordo che in redazione figuravano il pittore Luigi Roccati e il figlio Cesare, grande giornalista e poi caporedattore a La Stampa scomparso prematuramente nell'agosto del 2008.
Questa è la storia dei piatti di Sergio, il suo sperimentare toccò brevissimamente anche i collages e la scultura, ma è in queste opere meravigliose che si riflette molto il suo amore per il Barocco. Cerchiamo questi piatti insieme ad opere giovanili, sopratutto disegni a china, acquistate negli anni 60 da collezionisti e ora appese in qualche studio o salotto. Ci piacerebbe avere la vostra collaborazione nel fornirci eventuali informazioni a riguardo :)
I 12 piatti furono esposti insieme ad altre 27 opere, tra oli, tempere e disegni a china, a Chieri, in via Vittorio Emanuele 62, nella sede delle "Cronache Chieresi" - settimanale fondato nel 1965 - adibita anche a galleria d'arte (ospitò mostre di vari artisti, fra cui Adriano Tuninetto, Sandro Lobalzo, Giuseppe Garimoldi e tanti altri). Ricordo che in redazione figuravano il pittore Luigi Roccati e il figlio Cesare, grande giornalista e poi caporedattore a La Stampa scomparso prematuramente nell'agosto del 2008.
Chiesa di Chieri, 1966
Questa è la storia dei piatti di Sergio, il suo sperimentare toccò brevissimamente anche i collages e la scultura, ma è in queste opere meravigliose che si riflette molto il suo amore per il Barocco. Cerchiamo questi piatti insieme ad opere giovanili, sopratutto disegni a china, acquistate negli anni 60 da collezionisti e ora appese in qualche studio o salotto. Ci piacerebbe avere la vostra collaborazione nel fornirci eventuali informazioni a riguardo :)
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