Turin
















Sergio ALBANO
Enrico PAULUCCI
Marcello BOGLIONE
Pietro GARINO
e altri...
una collettiva di grafica

Libreria Antiquaria Peyrot, piazza Savoia 8/g TORINO
dal 29 novembre al 18 dicembre 2013


Le ragioni per ammirare con grande attenzione le opere di grafica di Sergio Albano, che di tanto in tanto riaffiorano da qualche collezione privata, sono dovute alla clamorosa qualità dei disegni, al suo stile inconfondibile e all'approccio visionario che gli consentiva con impressionante rapidità d'interpretare scorci di chiese barocche, reinventare palazzi, archi trionfali, colonne e di rileggere e decodificare i grandi del passato. Le opere di questa mini collettiva mostrano la chiara disinvoltura del tratto che contraddistingue uno stile prima maniera, e una consolidata padronanza della tecnica che può assecondare l'inventiva di schizzi e disegni a mano libera di rara bellezza. Mi chiedo se l'avvento di un'era pittorica, che non riesce a fare a meno della tecnologia e del cattivo gusto per nascondere la mancanza di serietà e di contenuti, abbia fatto dimenticare ai nuovi fruitori dell'arte la formidabile preparazione che sta dietro alla poetica di questo artista e di quelli in sua compagnia. Ciò che traspare dalla straordinaria varietà delle sue opere esposte è un clamoroso stato di grazia creativo che, non a caso, erompe già a partire dalla metà degli anni Cinquanta. L'ammirazione per le architetture barocche  lo porterà all'interpretazione di chiese piemontesi (e torinesi) attraverso elaborati disegni a china fino al 1965. L'opera intitolata "I quartieri dello Juvarra" suggerisce il passaggio al periodo più metafisico, una corrente suggerita inizialmente dalle geometrie della periferia Mirafiori Sud, ma più in generale  dall'architettura e dal temperamento di Torino. Una città riservata, grigia, misteriosa, un po' come sono io che mi ritrovo ad avere tutti i difetti dei torinesi ed in più quelli degli artisti che in questa città pensano e creano appartati nei loro studi - Sergio Albano, 1991. L'attaccamento alla sua città sarà viscerale per tutta la vita, nonostante molti amici, fra cui Adriano Tuninetto e Franco Borga, lo esortino costantemente ad esporre altrove, ad accettare gli inviti di prestigiose gallerie in tutta Europa. La sua timidezza però non lo ha mai portato a limitare le proprie doti, come fanno molti artisti, tutt'altro che schivi, che si ritagliano uno stile da ripetere all'infinito. L'attività pittorica di Albano è andata svolgendosi in una speciale e profonda solitudine, quella solitudine che costeggia la strada verso la comprensione della vita, una solitudine dura, ma ricca di aspettative, di meditazione, di ricerca e di duro, durissimo lavoro. Dal suo osservatorio, la città sabauda non aveva segreti. Albano ha vissuto con gli occhi incamerandone storia, topografia e architettura. E lo ha fatto percorrendone le vie, parlando incessantemente ai suoi angoli per cercare di scorgerne il lato ultraterreno, un'apparenza inspiegabile e teatrale che l'artista ha poi trasfigurato in una infinita serie di disegni. L'amore appassionato per Torino trapela da un'intervista di Ito De Rolandis del 1993: "Non basta amare silenziosamente Torino, anche così grigia, opaca e tragicamente provinciale; non serve pensare a dirsi che in fondo anche così ci va bene e che tutto sommato è ancora una città vivibile dove ognuno, se vuole, può ancora trovare sé stesso. Preferisco cercare di vincere il mio egoismo qualunquista e pressapochista e guardare in alto, pensare ad un futuro della mia città degno del suo passato, del passato di cultura intendo. Vorrei tanti Gualino e Olivetti che potessero risvegliare intellettualmente questo dormitorio zeppo di cassetti colmi di sogni talvolta bellissimi. Non credo alla cultura di massa, ma credo nelle menti illuminate ed aperte alla cultura universale e che possono, aggregandosi (con i mezzi per poterlo fare) trasformare Torino in un centro di cultura a livello almeno nazionale, ma autentico e non alla moda". E sarà in parte ricambiato, come quando ad esempio riceverà l'incarico di realizzare, in occasione dei XX Giochi olimpici invernali, la litografia "Villa Claretta - Olimpiadi 2006", che raffigura la tenuta seicentesca dei conti Claretta-Assandri, a Grugliasco (TO).
A questo punto però, sarebbe ingenuo non mostrare anche il lato negativo di una scelta artistica volutamente defilata dal mercato delle grandi gallerie, vale a dire la possibilità che la sua opera vada passivamente accantonata mano a mano che passa il tempo. Ed è questo il motivo che ci porta a lavorare costantemente a difesa della memoria di Sergio. Oggi è il turno della Famiglia Monge, timonieri della famosissima Libreria Antiquaria Peyrot ad apportare il loro contributo, con affetto, intelligenza e sensibilità in una piccola collettiva di straordinario interesse, e non solo per la presenza di Sergio Albano. L'esposizione "Torino...non solo stampe! Acquerelli, matite, chine ed altro ancora di artisti torinesi" è aperta fino al 18 dicembre 2013, con orari di negozio.

Per informazioni : 0114369654 - email books@libreriapeyrot.com





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