La Sacra di San Michele
olio su tavola
cm 60 x 60
executed in 1999
Alla Sacra di San Michele si può arrivare a piedi, basta raggiungere la Parrocchia di San Giovanni Vincenzo di Sant'Ambrogio Torinese e girarci attorno per accedere alla mulattiera che conduce, attraverso un comodo sentiero, al Piazzale Croce Nera, quindi dopo pochi minuti di cammino lungo la strada asfaltata si arriva alla biglietteria. Con amici, il 7 ottobre abbiamo provato questa ebbrezza, il tempo non poteva essere più bello, una giornata splendida fra i boschi e con pausa pranzo al cimitero dei frati (un suonatore di hang ci ha allietato la digestione).
Fallito il tentativo di stornare qualche centesimo dal prezzo del biglietto (8 euro!) sfoderando tessera Ikea, il libretto dell'avis, varie tessere dello studente, con un bel plico di fotocopie sottobraccio (da restituire dopo la visita) ci siamo diretti all'ingresso della Sacra (guardate la foto qui sopra) e, giunti allo Scalone dei Morti, abbiamo cominciato a guardarci attorno cercando di immaginare una schiera di scheletri di monaci a fissarci dalle loro nicchie. Parliamoci chiaro, il percorso è sempre lo stesso, ma lo si rifarebbe all'infinito per le emozioni incredibili che si provano, sopratutto quando si giunge al Portale dello Zodiaco (così chiamato poiché a destra sono scolpiti i dodici segni zodiacali e a sinistra le costellazioni australi e boreali).
Ecco, ad un certo punto, mentre eravamo intenti a fotografare (è ormai un tic esistenziale, diciamocelo, un po' bulimico e narcisista - eccetto noi ovviamente!), un folto gruppo di persone vestite di tutto punto, in giacca e cravatta (sembravano in trasferta di lavoro) è spuntato dallo Scalone e alcuni di loro hanno iniziato a prestare attenzione ai capitelli del Portale. In realtà ho capito solo più tardi che si trattava di un gruppo di membri dell'associazione Templari Cattolici d'Italia*, ma all'inizio mi sembravano solo degli ospiti d'eccezione senza nome.
Ad un certo punto, uno di loro ha dato una gomitata d'intesa ad un altro e indicandogli un capitello, decorato con tre sirene a due code, e fa: quello è il bafometto, hai visto? Aveva negli occhi i modi compiaciuti del criminologo. Guardate, il bafometto! E va ben..sono Templari, vedono il bafometto un po' ovunque, ma non è la prima volta che in un decoro qualcuno crede di vedere l'idolo pagano adorato dal più celebre ordine cavalleresco! Fra l'altro mi è capitato di leggere l'articolo di un blogger che vede un bafometto sul capitello del pilastro centrale di destra (classicheggiante e non simbolico) perciò..in posizione diametralmente opposta!
E qui inizia la mia predica. Dunque, confrontiamo subito un generico "bafometto", cioè un demone alato ermafrodito, con la nostra sirena
A sinistra: bafometto (in realtà un demone alato), Chiesa di Saint-Merri, Parigi; Destra: sirena a due code, Sacra di San Michele, Torino
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Ah, piccolo inciso: così come per tantissimi altri casi, il bafometto della chiesa di San Mederico è semplicemente un demone alato, barbuto, con seni e..stop! Infatti "la datazione di queste rappresentazioni è piuttosto recente, e comunque successiva alla soppressione dei cavalieri templari" e comunque "buona parte delle immagini e dei simulacri designati come bafometti è frutto di scoperte - o speculazioni settecentesche o ottocentesche" (fonte)
E, per l'amor di Dio, il termine "bafometto" non ha niente a che vedere con l'avere "lunghi baffi"!
Tolto il dente torniamo a noi. Che figura misteriosa e affascinante la sirena. Cosa sono le sirene innanzitutto?
facciamo un po' di ordine:
Nella mitologia greca (tratto da Dei e Miti, Corrado D'Alesio, Edizioni Labor, p 641, 642) le sirene sono ninfe del mare, non si sa se figlie del fiume Acheloo e della musa Calliope (o di Melpomene) oppure di Forci e di Ceto. Simbolo dei pericoli e delle insidie che si nascondono nel mare anche quando è in bonaccia. La loro principale occupazione era quella di ammaliare i naviganti con la loro melodiosissima voce e, una volta avvicinati, annegarli o divorarli.
Il loro aspetto era diversissimo dai canoni attuali, avevano la testa di donna, ali e corpo di uccello e abitavano, secondo Esiodo, sulla costa occidentale dell'Italia meridionale, secondo altri nella penisoletta di Sorrento presso lo Stretto di Messina.
La più celebre di esse è Partenope, che diede il nome all'odierna Napoli; altre erano Ligea, Molpe, Aglaofeme, Leucosia. Secondo la leggenda, alle sirene era stato predetto che sarebbero vissute fino a quando con il loro canto fossero state capaci di trattenere i naviganti, ma fallirono una prima volta quando non riuscirono ad incantare gli Argonauti perché Orfeo le superò nel canto e furono esse a rimanere ammaliate; e la seconda quando tentarono di fermare Ulisse. Disperate, si precipitarono in mare ove furono tramutate in rupi.
Ulisse insidiato dalle sirene (particolare) Vaso attico a figure rosse, V sec. a.C. |
Sirena con specchio (fonte) |
In realtà la parte a sinistra del Portale dello Zodiaco (salendo le scale) è decorata con simboli che invitano alla meditazione sul peccato che impedisce l'ascesa al monte e scatena la collera divina. Per cui la sirena bicaudata (in questo caso il capitello reca tre tritoni) rappresenterebbe un monito a ripudiare i vizi della carne.
Un ulteriore monito? Chissà..
Francesco Albano
* Un ordine tradizionalista riconosciuto dal diritto canonico che si dichiara impegnato nella promozione delle vocazioni cattoliche
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