Chiesa di San Michele Arcangelo (ex chiesa della Maternità)
La chiesa è stata eretta tra il 1784 e il 1788 su progetto di Pietro Bonvicino, che realizzò anche l'intero isolato di cui fa parte (1788-1795). La chiesa è annessa al complesso del convento dei Padri Trinitari Scalzi del Riscatto degli Schiavi, detti di San Michele, per i quali è stata concepita. Soppressi gli ordini monastici in seguito all'occupazione francese, i Padri Trinitari vennero trasferiti dalla chiesa nel 1801, e da quel momento è stata adibita a parrocchia.
Seriamente bombardata durante la seconda guerra mondiale, la chiesa ha subito un attento restauro nel Novecento e dal 1965 è adibita alla comunità albanese d'Italia (arbëreshe) di rito bizantino. Nel dopoguerra, periodo in cui in Piemonte avveniva l'immigrazione dall'Italia meridionale, numerosi italo-albanesi si sono stanziati a Torino, ai quali fu data per il loro culto bizantino la chiesa dimessa di San Michele Arcangelo.
La parrocchia conta 10.000 fedeli arbëresh, che provengono in larga misura dalla Calabria e dalla Sicilia; a Torino e cintura sono circa 4.000. Frequentano recentemente la chiesa anche alcune famiglie greche e alcuni slavi (anche ucraini cattolici); si segnalano alcune presenze di albanesi immigrati post-comunismo in Albania.
(fonte: www.wikipedia.it)
Progetto eseguito tra il 1784 e il 1789 da Pietro Bonvicini, per conto dei Padri Trinitari di S. Michele. Soppresso l'ordine nel 1801 vi fu alloggiato l'Ospizio delle Puerpere, poi trasferito. L'ex chiesa della Maternità con convento adiacente fu bombardata il 28 novembre 1942, e il 13 luglio e 8 agosto 1943. Nel 1944 alcuni alloggi risultano già ripristinati ma solo nel 1967 si ultima il restauro delle parti sinistrate. La chiesa è attualmente concessa in uso ai cattolici di rito bizantino.
(fonte: http://www.museotorino.it)
(fonte: it.pinterest.com)
Questo è un post che contribuisce a raccontare in modo più intimo la storia di un edificio di culto che, come tanti altri, siamo abituati a vedere da fuori e stop. A volte si scopre (anche a distanza di molti anni) che, molto di quanto si sa di un luogo, risulta abbastanza incompleto senza quelle notizie e testimonianze che davvero riescono a conferire quel pizzico di "magia", in grado di risvegliare curiosità e interesse.
Già perché non tutti sanno che, come si vede in questa immagine riprodotta su tango della geometria per gentile concessione dell'archivio Scroppo, la cupola esagonale ospitò lo splendido studio del pittore Filippo Scroppo (1910-1993).
E devo ringraziare la pittrice Egle Scroppo, sua figlia, per avermi fornito queste foto davvero uniche: "le stanze costituivano dei semicerchi che giravano attorno alla cupola e dalle finestre interne ci si poteva affacciare sull'interno della chiesa". Nell'immagine qui sopra siamo sempre nello studio, durante una lezione di pittura sul ritratto con modella. Insomma un atelier davvero unico per un grande artista del '900.
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